MANIFESTO

COORDINAMENTO MARCHE PRIDE

 

Marche Pride 2023 – È il cuore che insiste

Nel 1981 la grande cantante France Gall cantava una canzone scritta per lei da suo marito Michel Berger: “Résiste”.
Nel ritornello troviamo la frase “Résiste / Suis ton coeur que insiste”.
La musica come l’arte tutta non smette mai di ispirarci e non smette di dar voce alle minoranze discriminate e a chi combatte in favore dei diritti umani.
Quest’anno in Francia le manifestazioni contro l’innalzamento dell’età pensionabile intersezionalmente al movimento ecologista hanno una loro canzone “Planète Brulée”.

In tutto il mondo occidentale il conservatorismo e il capitalismo con i colpi di coda di un sistema che non funziona più spingono la loro marcia retorica reazionaria contro i diritti delle donne, della comunità LGBTQIA+*, delle persone migranti e non solo.
Dagli Stati Uniti con le leggi contro i percorsi per l’affermazione di genere delle persone trans* e contro l’arte drag, all’Ungheria che vuole cancellare l’esistenza pubblica della comunità queer al movimento terf che porta avanti un femminismo da salotto borghese che esclude le donne trans*  e la possibilità di autodeterminarsi da parte di tutte le donne.

L’Italia con la sua Prima Presidente del Consiglio donna non fa eccezione.
Tra tentativi di introdurre la capacità giuridica del feto e gli attacchi alle famiglie arcobaleno sfruttando le Procure nel tentativo di escludere giuridicamente il genitore non biologico dai documenti.
Senza dimenticare il tentativo di rendere la GPA (gestazione per altr*) un reato universale senza promuovere nessun tipo di confronto serio sul tema e il mettere in discussione il rilascio della protezione umanitaria per le persone migranti queer che lasciano il proprio Paese in quanto perseguite come criminali  sulla base di leggi retrograde o socialmente emarginati con violenze che rimangono impunite.

Vogliamo rispondere a tutti questi attacchi andando nelle piazze con i nostri corpi, le nostre storie e la nostra fiducia nei valori della libertà e dell’autodeterminazione di ogni persona.

Noi vogliamo tutto. E non indietreggiamo di un passo.

Vogliamo una legge contro l’omolesbobitransfobia ed una completa educazione sessuale ed affettiva nelle scuole per prevenire i fenomeni violenti che interessano la nostra comunità.

Vogliamo il matrimonio civile per le coppie dello stesso sesso con eguali diritti genitoriali, in particolare la stepchild adoption e l’adozione.
Vogliamo un confronto sulla GPA (Gestazione per altr*) e la PMA (Procreazione medicalmente assistita) guardando alle legislazioni estere che le permettono così da poter costruire un percorso propositivo per giungere ad un’introduzione anche nel nostro ordinamento, assicurando garanzie e tutele a tutte le parti coinvolte.
Chiediamo di avviare un confronto su questi temi sia per le coppie dello stesso sesso che per le persone single.

Il Marche Pride sostiene le azioni legali che hanno portato Molto + di 194 – Rete femminista Marche assieme a tante altre associazioni a diffidare la Regione Marche per non aver adottato le linee di indirizzo del Ministero della Salute intorno l’utilizzo della pillola RU486 per l’aborto farmacologico.
Di fatto chi guida la Regione sta tentando di rendere più difficile l’accesso all’aborto alle donne ed a tutte le altre persone gestanti.
L’aborto è un diritto ed abbiamo tutta l’intenzione di difenderlo.

Sentiamo l’esigenza di sensibilizzare la società civile e le Istituzioni affinché venga colmato il vuoto di servizi dedicati alle persone Trans*.
La legge 164 del 1982 è datata e ormai inadeguata.
Essa non consente l’autodeterminazione di tutte le persone Trans* ed è fortemente discriminatoria per le persone non binarie e intersessuali.
Chiediamo, perciò, che l’iter burocratico relativo alla rettifica dei documenti divenga una mera procedura amministrativa, così che ciascun* veda riconosciutə il proprio diritto ad esistere nel genere di elezione.
Chiediamo che i percorsi di affermazione di genere vengano seguiti, in ambito sanitario, gratuitamente e da strutture pubbliche.
Chiediamo l’accesso gratuito agli ormoni.
Chiediamo, inoltre, che il personale medico sia preparato ad accogliere e tutelare al meglio la salute e il benessere delle persone Trans* sia medicalizzate che non.
È giunto il momento di chiedere con maggiore forza il diritto all’autodeterminazione, il diritto ad esistere nell’identità che ogni persona sente come propria e a vederla riconosciuta giuridicamente, fisicamente e socialmente, superando la dicotomia maschile/femminile.

Chiediamo che venga garantito il diritto al lavoro e ad un reddito che permetta una qualità di vita consona e soddisfacente.
Abbiamo bisogno di veder riconosciute le carriere alias nelle scuole e nel mondo del lavoro e riteniamo indispensabile che la società civile venga adeguatamente informata e formata al fine di superare ogni tipo di discriminazione e di stereotipo.
Aspiriamo ad una società che non discrimini, che non voglia regolare i corpi e calpestare i diritti, nella quale le lotte per un progetto comune siano condivise da tutt*.
Vogliamo una società che guardi al non binarismo non con sospetto ma come una risorsa preziosa, capace di liberarci dall’etero-cis-patriarcato e da una mentalità che troppo spesso divide e genera violenza, procurando nocumento ad ogni corpo, trans* e cis, incatenato in continue performance di genere.
Desideriamo un mondo che rigetti la rigidità degli stereotipi di genere, spesso tossici e opprimenti, che incatenano corpi e menti a ruoli prestabiliti e ne limitano la libertà di espressione; un mondo che lasci spazio ad empatia e rispetto reciproco, nel quale si possa imparare ad aprirsi e ad accogliere tutto ciò che esce dai binari come parte dell’esperienza umana.

 

La lotta all’abilismo contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio nei confronti delle persone con disabilità, è per noi una priorità, oltre all’abbattimento delle barriere architettoniche e culturali che spesso impediscono alle persone con disabilità di vivere pienamente la propria vita.
Devono essere garantite e tutelate le persone con disabilità per quanto riguarda il diritto ad avere una vita indipendente per acquisire autodeterminazione e piena inclusione sociale, per abbattere ogni forma di istituzionalizzazione che spesso ghettizza la persona con disabilità in contesti isolati come le strutture residenziali.
Vogliamo che le persone con disabilità abbiano la possibilità di esprimere liberamente il proprio corpo e il proprio orientamento sessuale, perché molto spesso subiscono doppie discriminazioni che portano la persona ad avere difficoltà relazionali e psico emotive.
Chiediamo di istituire anche in Italia, la figura dell’assistente sessuale per le persone con disabilità (O.E.A.S. Operatore all’emotività, all’affettività e alla sessualità) che attraverso la sua professionalità supporta le persone con disabilità nello sperimentare l’erotismo e la sessualità.
Persone format* da un punto di vista teorico e psico-corporeo sui temi della sessualità che permette di aiutare le persone con disabilità fisico-motoria e/o psichico/cognitiva a vivere un’esperienza erotica, sensuale e/o sessuale. 
È una nostra priorità per garantire libertà di scelta alla persona con disabilità che altrimenti potrebbe vivere in maniera difficoltosa questo aspetto importante per ogni essere umano.

Manifestiamo per la fine di tutte le guerre con grande rispetto per l’autodeterminazione dei popoli riconoscendo il diritto di difendersi ed invitando le parti in causa in ogni guerra a trovare soluzioni pacifiche di risoluzioni dei conflitti.
Per parafrasare anche quest’anno Karl Popper: non si possono tollerare gli intolleranti.

Nel corso degli ultimi anni abbiamo assistito ad effetti devastanti del cambiamento climatico, con fenomeni meteorologici sempre più estremi.
Nel maggio del 2023 più alluvioni hanno colpito la nostra Regione e l’Emilia Romagna.
Esprimiamo tutto il nostro supporto alle famiglie che hanno perso affetti ed a chi ha subito danni fisici, psicologici ed economici.
Sappiamo quanto tutto ciò sia responsabilità dell’inquinamento antropico e anche noi lottiamo per rendere i nostri comportamenti ecologicamente sostenibili per garantire un futuro vivibile alle nuove generazioni.

In questo 2023 abbiamo scelto di continuare a portare avanti la nostra battaglia per i diritti umani, civili e sociali, e di sottolineare l’importanza dei desideri e del piacere. Vogliamo rimarcare il diritto a realizzare i nostri desideri, alla possibilità di scegliere quello che meglio riteniamo adatto a noi stess* nella vita.
Il diritto alla possibilità è l’umana libertà.
Resistiamo perché, appunto, è il cuore che insiste.

Quest’anno la giornata conclusiva del Marche Pride sarà a Civitanova Marche il 17 giugno.

Il nostro è un Pride che ha l’ambizione di rappresentare istanze regionali e vuole farlo muovendosi all’interno della nostra Regione: così dopo una prima edizione nel 2019 ad Ancona, quella online nel pieno della pandemia da COVID19 nel 2020, quella stanziale ad Ancona nel 2021 ed essere ritornat* nello spazio pubblico a Pesaro nel 2022, quest’anno ci spostiamo in provincia di Macerata.
Il Marche Pride è itinerante ed il corteo finale sarà come sempre anticipato da diversi eventi preparatori.

In questo documento e nella prassi della nostra lotta politica continuiamo a praticare la libertà ed il diritto all’autodeterminazione anche tramite l’utilizzo di un linguaggio ampio, atto a scardinare il binarismo di genere della nostra cultura.
Le varie soluzioni adottate, dall’uso dell’asterisco allo schwa fino all’utilizzo della desinenza –u sono tutte delle “prove pratiche” e non delle regole imposte.
È  il tempo della scoperta e del confronto.
Ognun* ha il diritto di essere rappresentat* come vuole.

Anche quest’anno la nostra battaglia si caratterizza per essere fortemente intersezionale, intenzionata a valorizzare le differenze e invitare al dialogo per costruire un Mondo più equo e più giusto.

Lo facciamo perché è quello in cui crediamo: è il cuore che insiste!